
“Vita e Morte”, (olio su tela, 178 cm × 198 cm) Gustav Klimt, 1908-1911
Quando la morte bussò alla mia porta
la pregai in ginocchio di non entrare,
ma lei entrò, senza esitare.
“Altre volte io venni in questa casa
– disse – e sempre mi accogliesti.
Venni vestita di verde,
cosparsi di fiori il tuo glicine,
profumai il tuo giardino, lo bagnai di rugiada,
mi chiamasti Natura.
Venni vestita di bianco,
feci brillare i tuoi occhi,
sorridere tua moglie e i tuoi figli,
mi chiamasti Letizia.
Venni vestita di rosso,
tremò il tuo cuore, pregasti,
qualcuno andò via, altri ti dissero
parole buone, mi chiamasti Dolore.
Venni di luce vestita
e ti sentisti più vivo, più vero,
ti sembrò ogni cosa più cara,
mi chiamasti Amore.
Ora, perché mi vedi di nero vestita
credi che io spezzi, interrompa,
mi credi nemica di ciò che tu ami.
No, non guardare il vestito.”
Non parlai; lei prese per mano
la mia sposa e si avviò.
Allora gridai – “Qual’è il tuo nome?” –
Rispose la morte di nero vestita:
“Il mio nome è uno solo, sono la Vita.”
Anonimo
Scrivi un commento
Devi accedere, per commentare.